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«Amoris Laetitia», apre le porte la casa per le famiglie dei minori in difficoltà

La Fondazione eroga i propri servizi attraverso l’Istituto di Riabilitazione Angelo Custode, il Centro Polifunzionale Scala di Giacobbe e una Rete di Consultori attivi nella città di Bergamo e in provincia.

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Monica Gherardi

La diocesi di Bergamo avvia un nuovo servizio rivolto ai minori con gravi disabilità e alle loro famiglie.
Ad aprire le porte è «Casa Amoris Laetitia» e ad annunciare ufficialmente questo nuovo servizio-segno diocesano è stato il vescovo Francesco Beschi durante la Messa conclusiva della peregrinatio delle spoglie di Papa Giovanni XXIII.

«È stata individuata un’area di bisogno – ha detto il vescovo – che attualmente ha pochissime risposte in Lombardia. Si tratta dell’attivazione di un servizio extra-ospedaliero in risposta ai bisogni di minori con patologie pediatriche di disabilità complesse e croniche o di fine vita».

La struttura potrà ospitare fino a 10 minori in forma residenziale, oltre ad assicurare servizi di sollievo, di permanenza diurna e di accoglienza genitore/figlio.

«Nella realizzazione degli ambienti – spiega il presidente della Fondazione monsignor Vittorio Nozza – è stata prestata particolare cura alla creazione di un ambiente caratterizzato da un clima familiare tale da garantire intimità e continuità nelle relazioni affettive. È un modo per essere vicini alle famiglie con minori che presentano una complessità sanitaria, offrendo interventi flessibili connotati da una professionalità garantita dalle aziende ospedaliere con cui si è costruita la rete di sostegno».

Casa Amoris Laetitia è stata avviata con risorse della diocesi ed è in corso la procedura di accreditamento in Regione Lombardia. La rete di sostegno territoriale ha giocato un ruolo importante nella fase di progettazione e ora in quella di gestione. Ne fanno parte, accanto alla diocesi, l’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, l’Ospedale Bolognini di Seriate, l’Ats di Bergamo, il Comune di Bergamo, la Neuropsichiatria infantile del territorio e il Tribunale dei Minori.

«L’obiettivo dell’accoglienza – aggiunge monsignor Nozza – è quello di costruire progetti individualizzati, limitando le ospedalizzazioni ai soli momenti di acuzie non gestibili a livello domiciliare o ambulatoriale, garantendo i livelli massimi di cura possibili. La famiglia e il minore vengono accompagnati e sostenuti, soprattutto nelle particolari situazioni di criticità».

Monsignor Nozza evidenzia il ruolo centrale della famiglia all’interno del progetto, con un modello di intervento che considera la famiglia punto di forza. È questa centralità della famiglia che dà significato al nome della Casa, «Amoris Laetitia», l’esortazione apostolica post-sinodale di Papa Francesco sull’amore nella famiglia.

«Il servizio – ha detto il vescovo – si rivolge certamente al minore, ma anche alla famiglia per accompagnarla in una ricerca di senso rispetto a una condizione difficile da accettare e da gestire. Vuole rappresentare una testimonianza forte della vicinanza della Chiesa, della diocesi di Bergamo, alla famiglia, soprattutto quando si trova in situazione di difficoltà».

Tratto dall’articolo di Monica Gherardi
L’Eco di Bergamo – 11 giugno2018

 

Scopri le caratteristiche della nuova struttura.

Monica Gherardi

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